POLIZZI
GENEROSA
In
bellissima posizione su uno sperone calcareo, Polizzi domina il
versante settentrionale e meridionale della Valle dell'Imera. Un'immagine
estremamente suggestiva dell'abitato e delle vette che la circondano
avviene nei giorni di "maretta", cioè quando le nubi avvolgono tutto
il circondano lasciando emergere solo la cittadina e le cime dei
monti: Polizzi sembra galleggiare sospesa in un mare fluttuante.
Città di origini oscure, occupa un ruolo rilevante nella lotta per
scacciare gli Arabi: Ruggero II si arrocca nel castello da lui fatto
edificare per preparare la difesa contro gli "infedeli". Sotto Federico
II, impressionato dall'ottima accoglienza ricevuta, la città viene
effigiata del titolo di Generosa. La visita può iniziare proprio
dalla azza dove si trovano ancora i ruderi del castello, il punto
più alto della città (917 m). Nella piazza si erge anche Palazzo
Notarbartolo (XVI sec.) che ospita il Museo Ambientalistico
Madonita. Attraverso la ricostruzione di diversi habitat
naturali (gli animali impagliati sono tutti esemplari morti naturalmente
o per bracconaggio) si compie una sorta di escursione verso le alte
vette, a partire dall'ambiente acquatico (fauna e flora del fiume
com'era fino a 30-40 anni fa) ed incontrando man mano il bosco,
la faggeta (1300-1800 m), la fauna di media e alta montagna con
gli avvoltoi (tra cui il grifone, scomparso negli anni '20) e l'Aquila
Reale.
Scendendo lungo via Roma si incontrano Palazzo Gagliardo (XVI-XVII
sec) e, di fronte, la Chiesa Madre il cui aspetto
attuale risale al XIX sec., ma che consegna alcuni elementi dell'edificio
tre-quattrocentesco (il portico ed un arco ogivale). All'interno
sono conservate numerose opere d'arte tra le quali un trittico fiammingo
(presbiterio) e, lungo la navata destra, la bella Madonna
del Rosario di Giuseppe Salerno, uno dei due Zoppi di Gangi
(si veda GANCI). Proseguendo si giunge in piazza Umberto I. Da qui
si può percorrere via Garibaldi, sulla quale si affaccia la chiesa
di S. Girolamo, dal portale barocco. In fondo alla via, piazza XXVII
Maggio offre uno stupendo panorama ad anfiteatro sulle vette più
alte delle Madonie: al centro l'Himera settentrionale (dove ora
scorre l'autostrada), a sinistra lo sguardo spazia dalla Rocca di
Caltavuturo a Monte Calogero (proprio al centro, in lontananza)
al Monte Cammarata: all'estrema destra si riconoscono il profilo
dolomitico della Quacella seguito da Monte Mufara e dal Pizzo Carbonara.
Quasi di fronte, il Massiccio dei Cervi presenta al centro un abbassamento
del terreno chiamato "Padella" ove la leggenda popolare situa l'ipotetico
ingresso segreto di una grotta ricca di tesori: che si svela solo
durante la messa pasquale. Sotto si stende la Valle dei Noccioleti.
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