LA
KALSA
LA
KALSA
Il quartiere, sorto durante la dominazione islamica, era la cittadella
fortificata ove avevano dimora l'emiro ed i suoi ministri e ne conserva
ancora il nome (al halisah, l'eletta, la pura). Ancora oggi vi aleggia
una particolare atmosfera orientale accentuata dalla presenza di
monumenti in stile arabo-normanno. Quartiere centrale, ma popolare,
offre uno spaccato di vita palermitana. Non è raro infatti, passando
davanti alla chiesa di S. Teresa. trovare uomini intenti a cucinare
e a vendere i babbaluci, chioccioline marinate con olio, prezzemolo,
aglio e pepe e servite in cartocci da "passeggio". Il cuore del
quartiere è intorno alla piazza della Kalsa, ma la zona si estende
fino a corso Vittorio Emanuele, includendo molti tra monumenti più
interessanti della città.
Il
cuore del quartiere
L'ingresso sembra essere costituito dalla Porta dei Greci,
oltre la quale si accede alla piazza su cui si affaccia S.
Teresa alla Kalsa, monumentale chiesa barocca edificata
tra il 1686 ed il 1706 con una facciata su due ordini scanditi da
colonne corinzie, opera di Paolo Amato. Dello stesso
architetto è anche S. Maria della Pietà (proseguendo,
in via Torremuzza) al cui interno si trova una bella chiusura del
coro a forma di sole nascente (parte destinata alle suore domenicane
di clausura, fondatrici della chiesa).
Via
Alloro - Era la via principale del quartiere nel Medioevo. Oggi
purtroppo gli eleganti palazzi che vi si affacciavano sono stati
distrutti o sono molto rovinati. Tra i superstiti vi sono Palazzo
Abatellis e la bella Chiesa della Gancia, adiacente al palazzo.
Galleria
Regionale di Sicilia - La sede è Palazzo Abatellis,
bell'edificio in stile gotico-catalano con elementi rinascimentali
progettato da Matteo Carnelivari, attivo a Palermo verso la fine
del '400. L'elegante facciata, in mezzo alla quale troneggia un
ampio portone quadrato con decorazione a fasci, è arricchita da
est serie di trifore e bifore. Il palazzo si dispone intorno ad
una bella corte interna di pianta quadrata.
Interessante l'allestimento della galleria, realizzato negli anni
'50 da Carlo Scarpa. Il designer ha studiato soluzioni particolari
per le opere più importanti, concentrandosi in particolare sulla
scelta di supporti e sfondi, di materiali e colori diversi che valorizzassero
l'opera sfruttando al massimo l'impatto della luce naturale.
Il museo raccoglie opere di scultura e di pittura del periodo medievale.
A pianterreno l'attenzione è catturata in primo luogo dal bellissimo
affresco del Trionfo
della Morte (sala II) proveniente da palazzo Sclafani. Il
titolo deriva probabilmente dalla tredicesima carta dei Tarocchi,
molto diffusi nel Medioevo e chiamati Trionfi Crudele e realistico,
raffigura la Morte che, a cavallo di uno scheletrico animale e armata
di arco e frecce, colpisce uomini e donne nel pieno della loro giovanezze.
Si noti in particolare l'utilizzo dei toni freddi per dipingere
la Morte, il cavallo ed il volto di chi è stato colpito dalle frecce.
A sinistra, nel gruppo dei mendichanti, malati "risparmiati" dal
terribile cavaliere, si suole individuare l'autoritratto dell'anonimo
pittore, riconoscibile in alto con lo sguardo rivolto allo spettatore
e nella mano destra, un pennello. Incredibile la modernità di alcuni
tratti, come ad esempio la stilizzazione del muso del cavallo.
Il
mirabile busto di Eleonora d'Aragona (sala IV), dai tratti delicati
e gentili, ed il busto di giovane donna, sono opera dello scultore
Francesco Laurana, attivo in Sicilia nel '400, cosa
come la famiglia dei Gagini, dei quali si trovano opere in tutta
l'isola. Nel museo si conserva una bella Madonna col Bambino di
Antonello il 1° piano è interamente dedicato alla pittura (molti
i dipinti di scuola siciliana). Si osservi una bella icona portatile
bizantina (la sala di fronte all'entrata) raffigurante scene della
vita di Cristo. Nella bellissimi Annunziata di Antonello da
Messina, il volto di Maria è pervaso da un senso di pace
ed accettazione.
Nella sala dedicata ai fiamminghi vagna (Madonna col bambino tra
angeli, trittico con al centro la Vergine circondata da angioletti
musici e cantori, in una cornice architettonica ricchissima e un
altrettanto ricco sfondo paesaggistico.
La
Gancia (S. Maria degli Angeli) - La chiesa venne
edificata originariamente dai Francescani alla fine del '400, ma
ha subito numerosi interventi che ne hanno modificato l'aspetto,
soprattutto all'interno. L'esterno ha invece ancora l'originario
taglio squadrato, a conci regolari. Prima di entrare si noti, sulla
sinistra, la cosiddetta Buca della Salvezza, un'apertura praticata
da due patrioti che si erano nascosti nella cripta della chiesa
durante la rivolta antiborbonica e che, dopo aver scavato questo
buco, erano stati tratti in salvo aiutati da alcuni popolani.
L'interno ha un aspetto barocco anche se i singoli elementi sono
di epoche diverse, il bel soffitto in legno dipinto a stelle su
fondo blu, il bellissimo organo di Raffaele della Valle (fine XVI
sec.) e il bel pulpito marmoreo ed i tondi a rilievo raffiguranti
l'Annunciazione (ai lati dell'altare) di Antonello Gagini risalgono
al '500. Seicentesco è invece il decoro, a cui hanno lavorato i
Serpotta che hanno ornato la navata maggiore ed alcune cappelle
di stucchi, purtroppo in gran parte persi. Se ne sono salvati, comunque,
alcuni molto belli tra i quali l'originale fraticello bambino che
fa capolino dall'alto di una cornice nella cappella a sinistra dell'altare.
Complesso
di S. Maria dello Spasimo - La chiesa e il convento vengono,
edificati appena all'interno delle mura della Kalsa nel 1506. Committente
è Giacomo Basilicò che, per l'occasione, dà a Raffaello l'incarico
di eseguire un dipinto che ritragga appunto il dolore della Madonna
davanti alla croce (l'opera è conservata al Museo del Prado a Madrid).
La costruzione è lenta e non ancora terminata quando la pressante
minaccia turca rende necessaria la costruzione di un nuovo bastione
a ridosso della chiesa, il complesso viene trasformato in fortezza,
poi in teatro, in lazzaretto (durante la peste del 1624), in ospizio
per poveri (1835) ed infine in ospedale, fino al 1986, quando viene
abbandonata. I restauri sono tesi a recuperare e a riutilizzare
la chiesa e l'annesso ospedale come spazi espositivi e per concerti.
La parte visitabile si costruisce intorno ad un chiostro cinquecentesco
dalle linee pulite. In fondo si erge la chiesa. unico esempio di
gotico nordico esistente in Sicilia. Alta, slanciata, la navata
centrale, senza copertura (forse mai esistita) tende le sue forme
direttamente al cielo aperto e termina in una bellissima abside
poligonale. L'ingresso originario è abbellito da un pronao che in
origine aveva due cappellette. E' ancora visibile quella di sinistra,
coperta da una tipica cupola a berretto di eunuco. Da qui si accede
al vecchio bastione spagnolo, sistemato a giardino. L'insieme è
particolarmente suggestivo soprattutto al calar della sera, quando
viene illuminato.
La
Magione - Preceduta da un piacevole vialetto fiancheggiato da
palme, la chiesa, romanica, è stata fondata nel XII sec. da Matteo
d'Ajello, notabile al servizio dei sovrani normanni. Nel 1197 Enrico
IV la concede all'ordine dei Cavalieri Teutonici ai quali rimane
per oltre tre secoli. La facciata, a salienti, è ornata da tre ordini
di arcate che, al primo livello, si arricchiscono di elementi decorativi
ed incorniciano i portali. L'interno, a tre navate, è semplice e
nudo. La chiesa possiede anche un bel chiostro a colonnine gemme
purtroppo molto danneggiato (la chiesa ha subito un bombardamento
durante la seconda guerra mondiale).
Via della Magione fiancheggia un lato di Palazzo Aiutamicristo,
grande edificio quattrocentesco, opera di Matteo Carnelivari.
Piazza
della Rivoluzione - E' una graziosa e piccolissima piazza chiamata
così perchè da qui prese l'avvio la rivolta antiborbonica nel 1848.
Al centro la fontana è abbellita dal cosiddetto Genio di Palermo,
simbolo della città.
Il
quartiere settentrionale
S.
Francesco d'Assisi - Della chiesa originale, duecentesca, non
rimane quasi nulla. Più volte danneggiata, restaurata e rimaneggiata,
deve il suo aspetto attuale all'ultimo intervento volto a ripristinare,
per quanto possibile. le forme originali,la facciata, semplice,
è rischiarata da un rosone ed un bellissimo portale gotico che appartengono
all'originale edificio del XIII sec. All'interno si può apprezzare
l'ampia e ariosa volumetria che caratterizza le chiese francescane,
purtroppo mista a interventi di epoche successive. Vi si conservano
otto statue di Giovanni Serpotta ed il bellissimo portale della
Cappella Mastrantonio (4° a sinistra,), opera di Francesco Laurana
e Un pizzo di pietra: il rosone di S. Francesco Pietro di Bonitate.
Di fianco alla chiesa si trova l'Oratorio di S. Lorenzo. Purtroppo
chiuso da anni, conserva stucchi del Serpotta, considerati l'apogeo
della sua espressione artistica.
Palazzo
Mirto - Residenza dei principi Lanza Filangeri, il palazzo
è stato più volte adattato alle esigenze della famiglia. L'aspetto
attuale risale alla fine del '700. Appena entrati, sulla sinistra,
si trova la bella scuderia ottocentesca in cui i recinti sono ornati
da teste bronzee di cavalli. Uno scalone in marmo rosso permette
di accedere al piano nobile che conserva gli arredi originari. Tra
i vari ambienti spicca I salottino cinese con il pavimento in cuoio
e le pareti in seta dipinta a scene di vita quotidiana ed un bel
trompe-l'oeil al soffitto. Era un piccolo fumoir adibito anche al
gioco delle carte. L'ambiente successivo, una piccola anticamera,
custodisce un bel servizio di piatti napoletano dell'800 che riproduce
personaggi in costume. Si dice che il servizio venisse utilizzato
in occasione dei balli in maschera e che ogni invitato sedesse davanti
al piatto con ritratto il suo costume. Sull'anticamera si affaccia
inoltre un altro singolare fumoir dalle pareti in cuoio bulinato
e dipinto, materiale molto utilizzato nelle sale per i fumatori
proprio perchè non si impregna di fumo. Il salotto Pompadour colpisce
per la ricchezza delle pareti in seta con ricami floreali pavimento
a mosaici è l'unico conservatosi. Nella sala da pranzo è esposto
un bel servizio di porcellana Meissen (XVIII sec) a fiori ed uccelli.
Piazza
Marina - La Piazza nel cuore della Palermo Medievale, è occupata
al centro dal grazioso giardino Garibaldi che conserva magnifici
esemplari di magnolie dalle radici aeree così sviluppate e robuste
da essere divenute esse stesse della consistenza del tronco. La
piazza è circondata da bei palazzi tra cui palazzo Galletti (n°
46), palazzo Notarbartolo (n° 51) ed il famoso palazzo Chiaramonte.
Sul lato diametralmente opposto a quest'utimo si trova la graziosa
fontana del Garraffo realizzata alla fine deI 600 da G. Vitaliano
su progetto di Amato.
Palazzo
Chiaramonte - E' un bel palazzo costruito neI 1307 dalla famiglia
di cui porta il nome, una delle più facoltose e potenti del periodo
aragonese. L'edificio viene anche chiamato Lo Steri da Hosterium,
dimora fortificata, caratteristica ravvisabinella forma squadrata
e pulita. Passato nelle mani dei vicerè spagnoli, nel '600, diviene
sede del Tribunale dell'inquisizione fino al 782, data di abolizione
di questa istituzione in Sicilia. La facciata è arricchita da due
ordini di bellissime trifore (si noti in particolare illavoro di
intarsio in pietra dell'arco che corona quelle del primo livello).
Lo stile gotico nelle linee essenziali, ha caratteristiche peculiari
tanto da venir definito stile chiaramontano, utilizzato in parecchi
edifici civili siciliani dello stesso periodo.
Museo
Internazionale delle Marionette - Il museo possiede una bella
e richissima collezione tra pupi, marionette, ombre, scenari e pannelli
provenienti da tutto il mondo. Le prime sale sono dedicate ai pupi
siciliani, molti dei quali presentati sulla "scena". Si ammirino
in particolare i volti dai tratti delicati dei pupi del teatro di
Gaspare Canino (XIX sec.). La seconda sezione invece è dedicata
alla tradizione europea, con marionette famose (come ad esempio
le inglesi Puncla and Judy), ed extraeuropea, con una vasta sezione
orientale: burattini cinesi, marionette indiane, birmane, vietnamite,
tailandesi, africane nonchè ombre turche, indiane e malesi (in cuoio),
tutte presentate in una suggestiva penombra che rievoca emozioni
e sensazioni lontane. Si noti, nella sala IV la hsaing waing, l'orchestra
birmana ove trovavano posto i musici che iniziavano a suonare un'ora
prima dello spettacolo con musiche che seguivano un rituale simbolico.
L'ultima sezione presenta invece i pupi particolari, preparati per
una morte violenta e spettacolare. Il museo ospita un teatrino,
ancora oggi attivo (informazioni presso il mused stesso). Lungo
le pareti della sala sono appesi cartelli di pupari, manifesti illustrati
utilizzati dai cantastorie come supporto ai racconti orali.
Palazzo
Branciforte-Butera - E' un palazzo fortemente restaurato che
ha l'ingresso principale in via Butera, ma il cui prospetto si affaccia
sul piano alto della Marinai. E' preceduto da un bel passeggio e
dalla terrazza chiamata Mura delle Cattive.
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