IL
QUARTIERE MONUMENTALE
Palazzo
dei Normanni
Il palazzo sorge proprio al dentro del primo insediamento della
città e dove probabilmente già esisteva una fortezza in periodo
punico. Le prime notizie certe risalgono però all'epoca araba quando
qui sorgeva il Qasr (da cui poi il nome del quartiere, il Cassaro),
poi lasciato quando l'Emiro decide di trasferirsi nella Kalsa (si
veda più avanti), Il luogo torna ad essere sede reale sotto i Normanni
che lo ingrandiscono e lo abbelliscono. Al centro della vita di
palazzo la sala verde, spaziosa aula regia utilizzata per assemblee
e banchetti. L'edificio era costituito da diverse ali, ciascuna
destinata a persone e funzioni differenti, collegate tra di loro
da terrazzi e spazi verdi abbelliti da vasche e fontane. Quattro
le torri che si ergevano agli angoli: la Greca, la Pisana, la Joaria
(l'ariosa, dall'arabo) e la Kirimbi. Purtroppo di quest'epoca non
resta che la parte centrale dell'edificio e la massiccia Pisana,
unica torre rimasta (la cupola che la sormonta è però quella dell'osservatorio
qui installato nel 1791). Il palazzo conobbe poi un periodo di abbandono
e degrado (tranne la Cappella Palatina) e venne restaurato solo
nel '600, sotto i Vicerè spagnoli. E' a quest'epoca che risalgono
l'imponente facciata meridionale e la bella corte interna a tre
ordini di arcate. Il palazzo è oggi sede del Parlamento Siciliano
(A.R.S. Assemblea Regionale Siciliana).
L'ingresso con lo scalone monumentale (dove è stata collocata una
bella carrozza senatoria) risale al 1735.
Cappella
Palatina - 1° piano (scala a sinistra). Prima di entrare
nella cappella ci si soffermi ad ammirare la bella corte a tre ordini
di arcate. Sulla sinistra, alla parete, si trova un'iscrizione in
lingua latina, greca ed araba, originariamente posta alla base della
torre campanaria che probabilmente completava la cappella nella
parte anteriore destra. L'iscrizione tesse le lodi di un orologio
costruito sotto Ruggero II. La cappella stessa venne fatta edificare
dal sovrano tra il 1130, anno della sua incoronazione, ed il 1140.
Originariamente sorgeva isolata, l'abisde rivolta ad oriente come
vuole la tradizione bizantina. In seguito venne man mano inglobata
in edifici che oggi la nascondono completamente alla vista. L'accesso
attuale è dal nartece antistante la cappella, Il lato esterno ancora
visibile (che corrisponde alla navata laterale destra) è decorato
su due livelli. Quello inferiore ricalca la decorazione del medesimo
livello interno: lastre di marmo bianco incorniciate da decorazioni
musive in pietra dura. Il livello superiore, invece, è formato da
quadri musivi risalenti all'BOO e che narrano storie di David. Sul
fondo, di fianco all'ingresso, è invece raffigurato Ruggero II che
consegna al ciantro (letteralmente cantore, ma qui responsabile
della cappella) la pergamena con l'istituzione del corpo ecclesiastico
regio.
Appena entrati, l'attenzione è subito catturata dalla meravigliosa
decorazione arabo-normanna, uno sfolgorio d'oro su un alto basamento
marmoreo.
La
struttura - La cappella, di pianta rettangolare, è divisa in
due parti: il presbiterio, cinto da una balaustra in marmo e sopraelevato
di cinque gradini, e lo spazio antistante, suddiviso in tre navate
da 10 colonne di granito. Sulla destra, vicino alla divisione tra
i due spazi, si trova l'ambone, doppio, sorretto da quattro belle
colonne e due pilastrini, con leggii retti da un'aquila e da un
leone. A lato, il bel candelabro pasquale (XII sec.), una mirabile
opera di scultura, esile, alta e riccamente decorata. Il piedistallo,
quadrato, è formato da quattro leoni ricurvi a sbranare due uomini
e due animali. Un intreccio vegetale racchiude figure di fiere ed
un uomo armato che si difende. Al di sopra, in una mandorla sorretta
da angeli, il Cristo assiso ha in mano il vangelo mentre, in basso
a destra, una figura in veste episcopale gli si china davanti (forse
lo stesso Ruggero II). Due ordini di uccelli (avvoltoi che beccano
la coda di slanciate cicogne) sostengono l'ultimo livello, tre immagini
dell'uomo colto in età differenti. La plasticità delle figure suggerisce
una datazione posteriore. Forse le figure vennero aggiunte in seguito
ad uno spostamento del candelabro che ne richiedeva un'elevazione.
Sulla
parete di fondo della cappella si trova il maestoso trono reale,
che forma un tutt'uno con il mosaico sovrastante, un Cristo assiso
e circondato dagli arcangeli Michele e Gabriele e dai santi Pietro
e Paolo. Lo stesso trono è formato da mosaici e porfido con al centro
lo stemma aragonese. Un esagono di porfido accoglieva probabilmente
l'immagine del regnante. Il pavimento è a disegni geometrici di
marmo e mosaico che formano grandi riquadri di ispirazione orientale.
I mosaici - Di fattura squisita, sono in smalto (impasto
di polvere e colore) e foglie d'oro incollate a tessere di vetro,
accorgimento che li rende particolarmente brillanti. Raccontano
la storia dell'antico testamento (navata centrale), alcune scene
salienti della vita di Cristo (presbiterio) e dei santi Paolo e
Pietro (navate laterali). Tutt'intorno figure di profeti, angeli
e santi a figura intera o racchiusi in medaglioni.
I mosaici sono stati eseguiti in due momenti diversi. I più antichi
risalgono agli anni '40 del XII sec, mentre quelli della navata
centrale, nello stile che si ritrova anche a Monreale, sono degli
anni 6O-7O.
Tutta la sequenza delle scene della navata centrale ha una funzione
didascalica: era un vero e proprio insegnamento per immagini. Interessante
il quadro che illustra la separazione della terra dal mare. Il globo
terrestre è una sfera d'acqua con al centro tre parti di terra (America
ed Oceania non erano ancora state scoperte) divise da strisce di
mare che formano una Y, simbolo della Trinità. Tutt'intorno il firmamento,
non ancora illuminato dalle stelle. Si osservi anche la scena della
creazione di Adamo: esiste una grande rassomiglianza
tra il volto di Dio
e quello di Adamo sottolineata dalla frase in latino: creavit ominem
at imaginem sua. La scena del Peccato Originale presenta
una particolarità: sia Adamo che Eva infatti hanno già in bocca
il frutto proibito e stanno già cogliendo il secondo frutto. A partire
dalla seconda parte della scena del sacrificio di Caino ed
Abele, quando cioè quest'ultimo mente al Signore, fino al
quadro che ritrae la famiglia di Noè (compreso) i mosaici sono dei
rifacimenti ottocenteschi, cosa facilmente deducibile dallo stile
molto differente.
Le scene del presbiterio erano invece destinate al clero che doveva
trarne spunti di riflessione e non insegnamento. Ecco dunque che
la disposizione delle scene non è consequenziale e la scelta è tesa
a sottolineare i momenti salienti della vita di Gesù (si veda soprattutto
l'abside destra). La cupola che sovrasta il coro è occupata dal
Cristo Pantocratore, circondato da quattro arcangeli (riconoscibili
dal globo crucigero) e quattro angeli. Nel tamburo, figure di personaggi
biblici con. nelle nicchie agli angoli, i quattro Evangelisti.
L'Annunciazione sull'arco che precede l'abside fa da cornice
al Cristo Benedicente (nel catino) e alla Madonna in trono. Al centro
del sottarco, in un medaglione, il trono del giudizio con la croce,
alla quale è appesa la corona di spine, e la colomba.
Il transetto destro è dominato dall'immagine di S. Paolo (catino
dell'abside) circondata da scene della vita di Cristo e sulla volta
a botte la pentecoste, simboleggiata dalla colomba posta al centro
in un medaglione che discende su tutti gli apostoli (figure sottostanti).
Particolarmente bella la scena della Natività, con l'arrivo dei
re magi presentati sia in viaggio (sulla sinistra, riconoscibili
dal copricapo, un berretto frigio - conico - con la punta ripiegata
a formare una sorta di cubo) che al cospetto del Bambino. San Giuseppe,
a sinistra della Madonna, è seduto su una tipica sedia siciliana.
La lunetta blu sotto la scena raffigura la lavanda del Bambino.
Il transetto sinistro è dominato invece dalla figura di S. Andrea
(nel catino dell'abside), che nel XIV sec. ha sostituito quella
più antica di S. Pietro, a cui si affianca la Madonna col Bambino
detta Odigitria (colei che indica la retta via). Di lato, predicazione
di Giovanni Battista nel deserto.
Le navate laterali invece sono occupate da scene della vita di S.
Paolo (a partire dall'inizio della navata laterale destra) e di
S. Pietro (dall'ultimo quadro della navata destra e lungo tutta
la laterale sinistra). Qui di seguito sono elencate le raffigurazioni
della navata centrale.
Navata centrale: Il vecchio testamento - Si inizia
dalla navata destra in alto e si segue tutto il primo registro che
prosegue lungo la navata sinistra, poi il secondo registro partendo
sempre dalla navata destra. Per la spiegazione degli episodi biblici
meno conosciuti, si veda la descrizione dei mosaici di Monreale,
alla medesima voce.
Antichi
appartamenti reali - Si visita il Salone d'Ercole (1560), sala
del parlamento siciliano, così chiamato perchè grandi affreschi
di Giuseppe Velasquez (XIX sec.) alle pareti illustrano le dodici
fatiche d'Ercole (p. 103). Oggi ne sono visibili solo sei (le altre
sono coperte dalle tribune) ed in particolare (a partire dal fondo
della sala): Ercole ed i giganti (che non fa propriamente parte
delle fatiche). l'uccisione dell'idra dalle molte teste, della cerva
di Artemide, di Cerbero, del cinghiale di Erimanto, del Toro di
Minosse. Al soffitto, un grande affresco raffigurante la nascita,
la gloria e la morte dell'eroe.
Attraverso la sala dei Vicerè si giunge all'atrio che costituisce
il cuore della Joaria, una delle originali torri del
palazzo normanno oggi inglobata in altri edifici. Le aperture alle
pareti sono antiche bocche per l'immissione d'aria fredda e calda
condotta attraverso intercapedini tra un muro e l'altro. Sulla sinistra
si accede alla sala più interessante del palazzo: la sala
di Ruggero II, la cui decorazione richiama la sottostante
Cappella Palatina. Un alto zoccolo di lastre marmoree incorniciate
da strisce musive fa da preludio al manto d'oro della parte superiore
e della copertura. Scene di caccia si alternano a figure di animali
simbolici quali il pavone (l'eternità) ed il leone (regalità e forza),
tutti secondo l'iconografia orientale che li vuole accoppiati e
uno di fronte all'altro. Di una finezza incredibile, le figure sono
immerse in un caratteristico paesaggio di palme ed agrumi. Al centro
del soffitto, il medaglione con l'emblema imperiale: un'aquila che
regge tra gli artigli una lepre. Seguono poi altre sale settecentesche
ed ottocentesche. tra le quali si distingue la sala gialla, o degli
specchi, per dei bei candelabri dorati.
Osservatorio
Astronomico - Al piano superiore della Torre Pisana.
Attualmente chiuso per restauri, una volta sistemato custodirà
un museo di strumenti astronomici,
meteorologici, sismologici e topografici antichi e darà la possibilità
di ripercorrere una tappa fondamentale dell'astronomia: la scoperta
del primo asteroide, avvenuta proprio qui il 10 gennaio 1801 ad
opera di padre Piazzi, cui l'osservatorio è dedicato. Dalla cima
si gode di una bellissima vista a 360° su Palermo.
Il
quartiere
Porta Nuova - Costruita sotto Carlo V, è sormontata da una
graziosa loggia di stile rinascimentale che termina con un tetto
a spioventi sul quale è raffigurata l'aquila imperiale. Oltre la
porta, si apre corso Vittorio Emanuele, un lungo rettilineo
che è coronato, all'estremità opposta, dalla Porta Felice.
Palazzo
e Parco d'Orleans - In questa dimora visse in esilio, dal 1810
al 1814 Luigi Filippo d'Orleans, futuro re di Francia. Oggi è sede
della regione Siciliana. Nel giardino contiguo vi sono begli esemplari
di ficus magnolioides dalle radici volanti ed animali esotici.
S.
Giovanni degli Eremiti - Poco distante dal palazzo dei Normanni,
questa chiesa con il giardino che la circonda è una piccola oasi
di pace ove anche i rumori del traffico risultano attutiti. Immersa
in un lussureggiante fiorire di palme, agavi, begonvillee, aranci,
mandarini cinesi e cespugli, si erge la chiesa, costruita verso
la metà deI XII sec, per volere di Ruggero II. E' uno dei monumenti
arabo-normanni più famosi di Palermo. Le forme semplici e squadrate,
a volumi cubici, si colorano di rosso nelle cinque cupo che svettano
sulla copertura (e che richiamano quelle della non lontana S. Cataldo)
chiaro intervento delle maestranze arabe. L'interno, semplice e
nudo, si costruisca su una pianta a croce latina in cui il corpo
centrale è suddiviso in due spazi che la elevano al centro con due
cupole. Il transetto è anch'esso suddiviso in tre spazi sormontati
ciascuno da una cupola che nel transetto destro si eleva a campanile.
Annesso alla chiesa sorgeva un monastero il cui abate era il confessore
privato del re. Oggi resta solo il delizioso chiostro duecentesco
a colonnine gemine.
Villa
Bonanno - E' il bel giardino che si estende alle spalle del
Palazzo Reale, si trova l'elaborato monumento a Filippo V (XVII
sec.). Gli scavi condotti in una parte del giardino hanno portato
alla luce resti di case patrizie romane dove sono
stati trovati i mosaici delle stagioni e di Orfeo conservati al
Museo Archeologico Regionale.
Palazzo
Sclafani - Situato in piazzetta S. Giovanni Decollato, il palazzo
(1330) ha una facciata con belle bifore ogivali incorniciate dall'intreccio
d'archi tipico dell'arte arabo-normanna ed un elegante portale cuspidato
sormontato dall'aquila reale. E' da questo palazzo che proviene
il famoso affresco Il trionfo della Morte conservato alla Galleria
Regionale di Sicilia.
Cattedrale
- L'imponente edificio, eretto verso la fine del XII sec. in stile
siculo-normanno, ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei
secoli. In particolare il portico sud, in stile gotico-catalano,
risale al XV sec. ed ha un bel portale d'accesso con, sulla fascia
più esterna, i simboli dei quattro evangelisti (un leone ed un angelo
sulla destra, un toro ed un'aquila sulla sinistra) e bei battenti
in legno intagliato. La cupola, neoclassica, è stata aggiunta nel
'700, epoca in cui anche l'interno èstato completamente rifatto.
Lo stile originario è invece visibile nelle absidi, che hanno conservato
la bella e caratteristica decorazione geometrica.
All'interno,
la 1° cappella a destra riunisce sarcofagi di reali svevi tra cui
quelli di Federico II, della moglie Costanza d'Aragona, di Enrico
IV e, in posizione retrostante, le tombe di Ruggero II e della figlia
Costanza d'Altavilla.
Tesoro - (Accesso dal braccio destro del transetto).
Custodisce un bel bastone capitolare in avorio inciso, di manifattura
siciliana del XVII sec. e diversi monili della regina Costanza d'Aragona
tra cui anelli e la preziosa corona imperiale in oro, pietre preziose,
perle e smalti,
Cripta - Conserva numerose tombe di differenti epoche soprattutto
di vescovi. Si distingue un sarcofago romano classico con le figure
delle nove muse. Apollo ed un uomo togato ed assiso.
Chiesa
del SS. Salvatore - A pianta ovale, l'edificio attuale (costruito
dove un tempo sorgeva una chiesa normanna) venne: progettato alla
fine del '600, da Paolo Amato. L'interno è ricoperto
da una ricca decorazione barocca a marmi policromi e stucchi. Sulla
cupola si possono ancora vedere frammenti del grande affresco raffigurante
la Gloria di S. Basilio (1763). Oggi la chiesa viene utilizzata
essenzialmente come auditorium. Poco oltre la chiesa, sempre su
corso Vittorio Emanuele, si apre piazza Bologna, delimitata da bei
palazzi settecenteschi tra i quali si evidenzia la facciata di Palazzo
Alliata di Villafranca ornata da due vistosi stemmi nobiliari tra
i quali quello dei Bologna. Al centro della piazza si trova la statua
del monarca spagnolo Carlo V.
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