LA
CITTA' NUOVA
All'inizio
dell'Ottocento, la città conosce un periodo di notevole espansione.
La nuova e ricca borghesia imprenditoriale sceglie la zona nord-occidentale
per costruire belle dimore secondo il nuovo gusto estetico, ricco
di giochi di ferro battuto e vetro e di decori floreali. L'asse-centrale
della bella vita si sposta da via Maqueda al suo proseguimento,
che prende il nome di via della Libertà. Si costruiscono i grandi
templi della musica lirica, i teatri Massimo e Politeama, e grandi
dimore nelle vie intorno. Ancora oggi passeggiare per via XX Settembre,
via Dante, via Siracusa, solo per nominarne alcune, significa riscoprire
i fasti della ricca borghesia di fine '800.
Teatro
Massimo - Protetto dalla statua di Giuseppe Verdi, è uno tra
i teatri lirici più grandi d'Europa. E' una imponente costruzione
neo classica introdotta da un frontone triangolare su sei colonne
che ripropongono il pronao di un tempio. Alle spalle un'ampia cupola
poggiante su un alto tamburo. Venne iniziato da Giovanni Battista
Basile nel 1875 e terminato dal figlio Ernesto, che ideò anche i
due caratteristici chioschetti in stile liberty davanti al teatro
(a destra il chiosco Vicari al Massimo in legno e ferro battuto,
a sinistra il Ribaudo, solo in ferro). Dopo un lungo periodo di
chiusura. E' finalmente stato riaperto nel 1997.
Teatro
Politeama - Imponente come Teatro Massimo, con il quale condivide
lo stile neoclassico, si apre sulla vasta piazza Castelnuovo. La
facciata è dominata da una quadriga di cavalli di bronzo. Al suo
interno è ospitata la Galleria d'Arte Moderna Empedocle Restivo.
Galleria d'Arte Moderna Empedocle Restivo - In un bel decoro
liberty (si notino i grandi lampadari in ferro battuto), è sistemata
una pregevole collezione di dipinti e sculture dell'800 e del '900
che riunisce molti artisti siciliani ed alcuni autori stranieri.
Tra le sculture, si nota la graziosa Faunetta di Trentacoste. figurina
in marmo dalle proporzioni classiche, ma leziosamente raggomitolata
quasi a spirale su se stessa. L'Ottocento siciliano si caratterizza
attraverso diverse tendenze che nascono e si sviluppano in contemporanea.
Gli artisti si specializzano nel genere che risulta loro più congeniale.
I grandi temi trattati sono l'introspezione psicologica, spesso
però venata da staticità e compostezza neoclassica, la storia, il
paesaggio. E l'epoca dei ritratti di Patania con il Ritratto di
un sacerdote infermo, in cui si evidenzia in modo realistico la
sofferenza dell'uomo, e di Salvatore Lo Forte che caratterizza fortemente
i personaggi. Ed è anche l'epoca del patriottismo, reso da Erulo
Eruli nella grande composizione Vespro Siciliano, episodio che nell'800
assurge ad esempio di eroica rivolta contro ogni dominazione straniera.
Nei dipinti dei molti paesaggisti presenti si possono leggere le
diverse tendenze: il realismo di Lo Jacono (Vento in montagna) si
accende di sentimento con A. Leto che "impressiona" la tela a pennellate
dai colori forti e caldi (i tre studi per i Funara); Michele Catti
accoglie pienamente le istanze impressioniste e ritrae paesaggi
evanescenti ed indefiniti (Ultime Foglie), Onofrio Tomaselli (I
carusi) aggiunge una nota di compassione (nel senso latino del termine,
di partecipazione dolorosa) sottolineata anche dai colori caldi.
Alcune tele di artisti sia italiani che stranieri esempleficano
le nuove tendenze del periodo a cavallo tra fine '800 e inizio '900:
l'espressionismo della Natività di Lienz, il simbolismo di Von Stuck
(Il peccato), il puntinismo del Mattino d'estate di Terzi.
Nelle ultime sale sono riuniti i dipinti degli anni Trenta e del
secondo dopoguerra: il tram di Sironi, dai toni freddi, Gli scolari
di F. Casorati, dalle linee geometriche che accentuano la tristezza
e la staticità dei bimbi (impressionante, in primo piano, l'alunno
dagli occhi sbarrati), ed un espressivo Autoritratto di Guttuso.
In queste sale si trovano anche altre sculture tra le quali emerge
il bell'Acrobata di T. Bertolino, dalle linee curve e sinuose.
Villa
Malfitano - Via Dante. Immersa in un bellissimo giardino,
questa villa liberty venne costruita a partire daI 1886 da Giuseppe
Whitaker, nipote dell'imprenditore inglese Ingham che nel 1806 si
stabilì in Sicilia, dando vita ad un vero e proprio impero commerciale
che include la fondazione di una delle tre maggiori produttrici
di Marsala e di una grande compagnia di battelli a vapore. Giuseppe
si interessa di ornitologia ed archeologia e soddisfa questi suoi
interessi con i viaggi in Tunisia, dove studia gli uccelli (ne scriverà
poi un trattato) ed iniziando una vera campagna di scavi sull'isola
di Mozia, da lui acquistata. Un'altra sua passione è la botanica.
Si fa arrivare alberi da ogni dove e li sistema nel giardino circostante
la villa, che diviene casi ricco di specie rare ed esotiche: palme,
Sangue di Drago, l'unico esemplare in Europa di Araucaria Rouler
ed un immenso ficus magnolioides. La villa diviene ben presto uno
dei principali punti di riferimento della bella vita di quel periodo.
Si danno feste e si ricevono personaggi importanti, come i regnanti
d'Inghilterra e d'Italia. La villa deve celebrare con sfarzo la
famiglia. Viene scelta come modello la villa Favard di Firenze,
arricchita però di verande in ferro battuto che testimoniano il
nascente gusto liberty (bella in particolare quella che si affaccia
sul retro).
L'arredo interno è curatissimo, ricco di suppellettili orientali
(spesso comperati alle aste inglesi più famose) come ad esempio
la coppia di elefanti in cloisonnè provenienti dal palazzo reale
di Pechino, o la coppia di grandi uccelli acquatici sul dorso di
una tartaruga che simboleggiano i quattro elementi (gli uccelli
sono l'aria, le tartarughe l'acqua, il serpente avvolto sul collo
e tenuto nel becco dell'uccello è la terra e la lanterna che funge
da lampada è il fuoco). Ai lavori alla villa partecipano i più bravi
artigiani della zona (palermitano è il mobilio della sala da pranzo,
tranne il tavolo, inglese) e i più famosi artisti locali del tempo.
In particolare spicca il Safar in Tunisia di Lo Jacono (nel corridoio)
e il ritratto a pastello alle figlie di Giuseppe, opera di Ettore
de Maria Bergler, appeso lungo il bellissimo scalone a spirale che
conduce al primo piano, dal fondo decorato, come i soffitti del
corridoio, in stile pompeiano. Il vero gioiello di Casa Whitaker
è però la decorazione che questo artista ha concepito per la Sala
d'Estate: un trompe l'oeil che copre l'intera superficie della stanza
(pareti e soffitto) e che la trasformano in una fresca veranda immersa
nella vegetazione.
Villino
Florio - Al n° 36 di viale Regina Margherita. E' la fantasiosa
dimora fatta costruire da un'altra delle più potenti famiglie dell'800
presenti in Sicilia: i Florio. E' uno dei massimi esempi di Art
Nouveau palermitana. Progettata da E. Basile, era circondata originariamente
da un ampio parco.
Villa
Trabia - Via Salinas. E' un bel parco al centro del quale
sorge l'omonima villa edificata neI '700 e acquistata il secolo
successivo da Giuseppe Lanza Branciforte, principe di Trabia e di
Butera. L'aspetto attuale della villa risente delle molte modifiche
apportate alla fine del secolo scorso. L'edificio, occupato oggi
da alcuni uffici del comune, conserva una bella entrata con uno
scalone monumentale.
Albero
di Falcone - All'inizio di via Notarbartolo, sulla destra.
E' l'albero davanti all'abitazione di Giovanni Falcone, ucciso in
un attentato mafioso nel 1993. Dalla sua scomparsa questo sembra
essere diventato un vero e proprio luogo di culto: messaggi, foto,
piccoli oggetti testimoniano l'affetto e la stima della gente nei
confronti del giudice.
Museo
della Fondazione Mormino - Viale della Libertà, 52. E'
ospitato al, I° piano del Banco di Sicilia (Villa Zito). Il museo
nasce come raccolta di opere, manufatti e reperti attuata dal Banco
di Sicilia negli anni. La prima parte è dedicata ai reperti degli
scavi effettuati a Selinunte, Himera, Solunto ed a Terravecchia
di Cuti, un paesino dell'entroterra ove viene alla luce un villaggio
del VI-V sec. a.C. La seconda sezione invece raccoglie maioliche
sia siciliane che del resto dell'italia (con qualche esempio di
manufatti turchi e cinesi). La terza parte invece è una ricca raccolta
di monete dal Duecento all'Ottocento completata, alle pareti, da
belle stampe siciliane. In particolare la n° 936, cinquecentesca,
permette di vedere come era Palermo, completamente circondata da
mura. Si distinguono in alto il Palazzo Reale con, sulla sinistra,
S. Giovanni degli Eremiti. Dal palazzo parte in perpendicolare l'attuate
via Vittorio Emanuele, che arriva fino alla Cala, un tempo delimitata
a sinistra dal semidistrutta Castello a Mare. Al centro della città
campeggia la Martorana.
A pianterreno si trova invece una collezione filatelica con francobolli
del regno delle Due Sicilie.
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