PALERMO
- REMINISCENZE ORIENTALI
Grandi
erano i parchi che circondavano Palermo all'epoca dei normanni.
Ed uno di questi, il Genoard, il Paradiso della Terra, ad Ovest
della città, venne scelto dai sovrani per edificare dei sollatii,
palazzi di delizie nel senso orientale del termine, luoghi di riposo
immersi in giardini ricchi di piante esotiche, vasche con pesci,
fontane, corsi d'acqua e completato dalla presenza di animali selvaggi,
provenienti da terre lontane. Da questa volontà nacquero la Zisa,
il Castello dello Scibene che, molto rimaneggiato.
E' visibile da viale Tasca Lanza, la Cuba Sottana,
la Cuba Soprana, oggi inglobata nella fatiscente Villa
Napoli (si possono a malapena scorgere alcune arcate) e la Cubola,
un piccolo padiglione quadrato sormontato dalla caratteristica cupola
rasata a berretto di Eunuco (si vedano S. Cataldo e S. Giovanni
degli Eremiti) raggiungibile da via Zancla, una traversa di corso
Calatafimi. I due monumenti che si sono meglio conservati sono sicuramente
la Zisa e la Cuba Sottana.
La
Zisa - Piazza Guglielmo il Buono. Di El Aziz, la splendida,
la nobile, oggi purtroppo non rimane che il nudo palazzo, ma dal
fascino innegabile. La costruzione venne iniziata per volere di
Guglielmo d'Altavilla e completata dal figlio Guglielmo II tra il
1166 ed il 1175 e fu affidata interamente a maestranze arabe. Trasformata
in fortezza nel XIV sec. dopo un periodo di abbandono, poi in deposito
per gli oggetti contaminati dalla peste (XVI sec.), venne trasformata
(e quindi ampiamente modificata) in palazzo patrizio, fino al recente
restauro che ha cercato di ripartarla all'aspetto originario.
Visita - Al pianterreno è la sala della fontana ad attirare
l'attenzione. A pianta cruciforme, aperta sulla parte frontale,
deve il nome alla presenza di due vasche quadrate alimentate da
un getto d'acqua che scorre in una scanalatura al centro. Sulla
parte alta delle pareti corre un fregio di mosaico con pavoni ed
arcieri. L'architettura interna è un susseguirsi di stanze dotate
di un particolare sistema di refrigerazione che si avvale di intercapedini
nel muro che corrono da una stanza all'altra. Nicchie e finestre
presentano le mouqarnas, volte ad alveoli e stalattiti in pietra
tipiche dell'arte islamica. Il palazzo ospita una collezione di
oggetti provenienti in massima parte dall'Egitto (periodo mammalucco
ed ottomano), esempi di un'arte che trovava probabilmente riscontro
nell'arredo del palazzo. Particolarmente belli i mushrabyya (XV
sec), sorta di paraventi in legno traforato che, posti davanti a
porte e finestre, riparavano da caldo e luce eccessivi.
La
Cuba - Corso Calatafimi, 100. Inglobata in una caserma,
la Cuba Sottana era circondata molto probabilmente da un vasto lago
artificiale, chiamato la Pescheria. Nella vecchia scuderia, appena
entrati a destra, si può vedere un plastico che ricostruisce il
probabile aspetto del luogo. Alla parete il calco dell'iscrizione
- cufica che costituisce il coronamento dell'edificio e che permette
di stabilire che il palazzo fu costruito neI 1180 per volere di
Guglielmo II.
Bellissimo, l'edificio, nella sua semplicità decorativa, una serie
di archi ogivali allungati di diversa ampiezza entro i quali si
scrivono altre aperture. A pianta rettangolare, arricchita da quattro
piccoli avancorpi al centro di ogni lato, la Cuba era suddivisa,
all'interno, in tre ambienti (il primo - che è l'ultimo nel senso
della visita - aveva anche due locali di servizio). In quello centrale
si ravvisa ancora la forma della vasca a stella a atto punte da
cui passava l'acqua prima immettersi nella pescheria, ove doveva
giungere assolutamente immota per poter riflettere l'edificio ed
il giardino.
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